Secondo ricette di tradizioni antichissime, sia egizie che russe, è possibile ottenere della birra dal pane. Scopriamo come questa ricetta sia stata utilizzata per la lotta allo spreco alimentare.
Ogni giorno viene sprecata un quantità incredibile di pane: in Inghilterra si stima che il 44% del pane prodotto non venga consumato e in Italia circa tredicimila quintali vengono gettati nelle discariche quotidianamente. Sono delle cifre spaventose, che rappresentano solo un aspetto parziale del ben più massiccio fenomeno globale dello spreco alimentare.
Il pane viene sprecato lungo tutta la filiera, ma il suo spreco raggiunge l’apice nella fase della vendita e del consumo. Se è vero che, infatti, che le industrie di produzione specializzate nel pane già tagliato devono seguire delle dimensioni prestabilite e quindi generano degli scarti, è soprattutto il pane invenduto a fine giornata – sia nei forni che, ancor più, nei supermercati – a costituire la stragrande maggior parte delle cifre precedentemente accennate. Poi c’è lo spreco domestico e della ristorazione…
Per riutilizzare parte di questo pane sprecato e al contempo denunciare lo scandalo dello spreco alimentare, circa un anno fa è nata in Inghilterra una birra dal nome azzeccatissimo: la Toast! La birra è nata da un’idea di Tristam Stuart, attivista e studioso da sempre impegnato nella lotta allo spreco alimentare, ed è stata realizzata dalla Hackney Brewery di Londra. Tutti i profitti ottenuti dalla vendita verranno donati a Feedback associazione no profit che ha fatto della riduzione del cibo sprecato la propria mission. La birra viene fatta dal pane che non è stato venduto, ma che non ha trovato nemmeno altre destinazioni attraverso la donazione. Oltre a raccogliere fondi, è stata studiata in modo da essere un prodotto piacevole da gustare, ma anche capace di sensibilizzare sempre più persone sullo scandalo dello spreco alimentare.
Ci sono anche altre birre simile alla Toast: la belga Babylone è sempre creata dal pane invenduto, mentre la Wasted, originaria di Leeds, è ottenuta sia dal pane che da altri prodotti alimentari altrimenti destinati allo spreco. Il tempo sembra essere maturo per avere anche la versione italiana, soprattutto considerando quanto pane utilizziamo – e, purtroppo, anche sprechiamo! – in Italia…
Qualche mese fa abbiamo lanciato una provocazione a delle studentesse di un master in e-commerce design e management dello IED di Firenze che hanno deciso di sviluppare BirraPane e partecipare al concorso Ti Porto Lontano di Nastro Azzurro e Impact Hub. Le abbiamo sostenute per alcuni aspetti e adesso auguriamo loro un grande successo in modo da poter brindare presto contro lo spreco alimentare anche in Italia!
Jacopo Visani