Una mela al giorno | Acquistare il cibo: dove, come, quando e perchè

Acquistare del cibo è una delle azioni che facciamo con più frequenza e ha numerose conseguenze di tipo salutare, sociale, economico e ambientale che spesso non consideriamo. Proviamo a capire quali sono le alternative relative al dove, come, quando e perchè fare determinati acquisti anzichè altri.

 

Popo

 

Dovremmo ritenerci fortunati perché ci troviamo nella posizione di poter scegliere il nostro cibo. Viviamo in un paese, l’Italia, che brilla per ricchezza ed eterogeneità, dove la terra è davvero generosa e la sapienza accumulata nei secoli ha permesso di estrapolarne il meglio e di farne tesoro. Alta è la qualità ed elevato il grado di artigianalità. C’è inoltre una forte capillarità dei punti vendita nei quali reperire il cibo, diversamente da quel che accade in altre nazioni dove esistono dei veri e propri “deserti alimentari”.

 

L’abbiamo già sottolineato in precedenza, la frenesia della quotidianità ci porta ad avere sempre meno tempo e spesso, quando si parla del luogo DOVE fare la nostra spesa alimentare, l’immagine principale che ci viene in mente è quella del supermercato. All’interno di un perimetro limitato, infatti, possiamo comprare “tutto” quello di cui abbiamo bisogno, riempire il bagagliaio dell’auto e tornare dritti a casa.

Eppure, sebbene sia una soluzione molto comoda, non abbiamo la possibilità di avere informazioni esaustive sui prodotti dal momento che possiamo contare quasi esclusivamente su quello che c’è scritto sull’etichetta e la scelta, seppur apparentemente molto vasta, si rivela limitata dalle decisioni commerciali della catena dalla quale ci stiamo servendo. Proviamo a immaginare di rifornirci presso i grandi ipermercati per qualsiasi nostra esigenza, dalle scarpe ai prodotti per la pulizia della casa. È una soluzione che ci attira oppure preferiremmo consultare diversi negozi specializzati dove essere indirizzati meglio nei nostri acquisti?

Per il cibo dovrebbe essere un po’ la stessa cosa, ma ancora a maggior ragione perché è un prodotto che accompagna inevitabilmente la nostra vita di ogni giorno. Allora, visto l’importanza della questione, proviamo riassumere (“dalla A alla Z”) le possibili alternative a nostra disposizione, per raggiungere un buon compromesso tra praticità e qualità:

A = Autoproduzione, utilizzando ingredienti di base invece che acquistare un prodotto finito

B = punto vendita di cibo proveniente da agricoltura Biologica

C = mercati Contadini, Cooperative sociali, Coproduzione e Condivisione

D = vendita Diretta

E = negozi Equo-solidali

F = Frantoio, olio extra vergine in purezza, ottenuto da olive selezionate con estrazione a freddo

G = Gruppi di Acquisto Solidali (GAS)

M = Mercati settimanali

N = Natura (orto, raccolta per boschi e campi)

O = On-line (soluzione per prodotti a lunga durata, tipicità regionali, oppure ordini di cassette di frutta e verdura con consegna a domicilio o ritiro concordato)

P = Panificio, pane artigianale con attenzione alle farine locali

S = negozi alla Spina, senza confezioni

Z = deliZie ed eccellenZe presso botteghe di specialità gastronomiche

 

Riguardo al COME, potremmo dire che il cibo da privilegiare dovrebbe essere: stagionale, rispettoso dell’ambiente (agricoltura integrata, biologica e biodinamica) e delle persone (in termini di salute, diritti umani e dei lavoratori).

Scegliendo poi un cibo locale e territoriale si sostiene al tempo stesso la comunità di riferimento e la biodiversità del territorio. Spesso la vendita diretta offre al cliente lo spunto per una piacevole scampagnata – considerando che la produttività agricola si concentra maggiormente nelle aree rurali – e dà al produttore la possibilità di trattenere fino al 90% dell’importo monetario ricevuto, da reinvestire nella sua attività e come ricompensa degli sforzi profusi, consentendogli di applicare prezzi più onesti, con un risparmio diretto per l’acquirente. In alternativa si stanno diffondendo sempre di più consegne a domicilio sostenibili (ad esempio in bicicletta) o presso punti di vendita urbani.

Inoltre dobbiamo sempre ricordarci quanto sia importante avere la possibilità di essere consigliati e di instaurare un rapporto di fiducia con il venditore che può anche descriverci in modo completo i prodotti e le loro modalità di produzione e indicarci il loro miglior utilizzo.

 

QUANDO compriamo ricordiamoci di focalizzarci sulle nostre reali necessità, possibilmente avendo una lista mentale, cartacea o digitale. Soprattutto riguardo ai prodotti freschi e freschissimi, andare a fare acquisti più spesso ci rende in grado di comprare sempre prodotti recenti e in linea con le esigenze, avendo in aggiunta un controllo maggiore sulla nostra spesa e la possibilità di acquisire informazioni più puntuali relativamente ai singoli alimenti. Sempre considerando che diversi prodotti e diversi canali di acquisto richiedono tempistiche differenti, possiamo dire che, compatibilmente con i nostri impegni,  fare la spesa con maggior frequenza generalmente ci garantisce di sprecare di meno e dare più valore al nostro cibo.

Michael Pollan, famoso giornalista americano, profondamente attivo nella difesa del cibo, sostiene l’importanza di quello che lui stesso definisce “marketing relazionale” per il quale la vera rivoluzione accade nel momento in cui il consumatore si interessa davvero a quello che sta acquistando (e mangiando), assumendosi talora i costi aggiuntivi dovuti al recarsi direttamente dal produttore.

 

PERCHE’ ogni nostro acquisto rappresenta anche una scelta politica sul tipo di società nella quale ci piacerebbe vivere. Assegnare il giusto valore al cibo e conferire la dovuta attenzione al momento del suo acquisto, significa anche prendere a cuore la nostra salute, quella del pianeta Terra, le relazioni sociali e le condizioni di lavoro di chi quel cibo l’ha prodotto.

 

Quindi dove, come, quando e perché acquistare il cibo? Abbiamo fornito delle risposte sicuramente parziali che speriamo possano suscitare la vostra curiosità e il vostro desiderio di approfondimento; perché una scelta tanto frequente quanto importante come quella del cibo non possiamo certo prenderla con superficialità!

 

Laura Pozzato
www.aboutgoodfood.com

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