Per fare un fungo… ci vuole un caffè!

Alla Fiera delle Idee, in occasione di NovoModo, abbiamo incontrato Antonio di Giovanni e conosciuto meglio la sua idea di valorizzare i fondi del caffè nella coltivazione di deliziosi funghi.

 

Antonio Di Giovanni di Funghi Espresso durante il nostro PhotoSet contro lo spreco alimentare

Antonio Di Giovanni di Funghi Espresso durante il nostro PhotoSet contro lo spreco alimentare

Venerdì 21 ottobre siamo stati nel chiostro di Sant’Apollonia a Firenze per partecipare alla Fiera delle Idee, evento organizzato LibriLiberi a margine di NovoModo, una tre giorni di dialogo tra esperienze che cercano di coniugare l’economia con la solidarietà, l’etica, e l’ecologia. Eravamo insieme a Cat, Moriah e Paige, tre studentesse universitarie statunitensi che ci accompagneranno nel nostro lavoro contro lo spreco alimentare fino a dicembre. Ah, a proposito, presto su queste “pagine” potrete leggere anche qualche loro contributo!

Nel chiostro erano presenti tante giovani realtà imprenditoriali che si muovono nell’ambito della sostenibilità e dell’economia circolare. Tra queste: Funghi Espresso, Rifiuti Zero Firenze, Future Food Institute, Kanèsis, Orange Fiber, Fablab Firenze, Orto x Mille, Centro Lombricoltura Toscano, Feat App e South Hemp Tecno.

 

Il nostro tavolo nel chiostro di Sant'Apollonia

Il nostro tavolo nel chiostro di Sant’Apollonia

Abbiamo tenuto il nostro PhotoSet durante il quale tanti dei partecipanti agli eventi sono diventati dei testimonial contro lo spreco alimentare, suggerendo le loro soluzioni al problema (qui potete vedere tutte le foto). Uno di questi è stato Antonio di Giovanni co-fondatore di Funghi Espresso col quale abbiamo fatto due chiacchiere per conoscere ancora meglio la sua attività.

 

Una delle protagoniste del nostro PhotoSet contro lo spreco alimentare

Una delle protagoniste del nostro PhotoSet contro lo spreco alimentare

Come nasce Funghi Espresso?
L’idea inizia a germogliare nel 2013, quando Rossano Ercolini, coordinatore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori e vincitore del Goldman Prize 2013, apre un caso studio sul riutilizzo del fondo di caffè in agricoltura. Prendendo spunto da questa esperienza, Antonio realizza un progetto di educazione ambientale chiamato “Dal caffè alle proteine” al quale partecipano circa 200 studenti che si impegnano nella coltivazione di Pleurotus Ostreatus utilizzando come substrato proprio il fondo del caffè. In seguito a questa esperienza e grazie all’incontro con l’architetto Vincenzo Sangiovanni e con l’investitore Tomohiro Sato sboccia l’avventura di Funghi Espresso.

 

Il team di Funghi Espresso: Vincenzo, Tomohiro e Antonio

Il team di Funghi Espresso: Vincenzo, Tomohiro e Antonio

Cosa fa Funghi Espresso?
Funghi Espresso è di fatto una vera e propria startup innovativa del settore agricolo che produce funghi freschi in modo sostenibile e naturale utilizzando il fondo di caffè proveniente dai bar e dai ristoranti del territorio come substrato per la coltivazione. Oltre alla coltivazione di funghi freschi, è specializzata nella produzione di substrato pronto per la coltivazione di funghi: un vero e proprio kit grazie al quale poter vedere crescere i funghi dai fondi del caffè a casa propria.

Il modello di Funghi Espresso è ispirato alla teoria della Blue Economy, per la quale gli scarti di un ciclo produttivo possono essere riutilizzati in altri cicli produttivi, in un effetto positivo a cascata. Nel sistema Funghi Espresso non esistono rifiuti ma risorse. Perfino il substrato, infatti, una volta finita la coltivazione diventa un ottimo ammendante organico per l’agricoltura, chiudendo così il ciclo del caffè.

 

I funghi ottenuti dai fondei del caffè

I funghi ottenuti dai fondei del caffè

Il team ha vinto numerosi premi e sono stati inclusi dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali tra le 25 startup agricole più innovative in Italia. Noi possiamo dire che si meritano tutti questi riconoscimenti. Quella di Funghi Espresso è un’idea semplice, ma molto innovativa, che utilizza e, in questo modo, valorizza uno scarto che spesso viene trattato un mero rifiuto. Uno sforzo coerente a quello che noi cerchiamo di portare avanti contro lo spreco alimentare, anche alimenti perfettamente commestibili, infatti, vengono ancora troppo spesso sprecati quando potrebbero generare benefici di diverso tipo.

Qualcosa mi fa pensare che avremo sicuramente modo di incontrarci ancora in futuro!

Jacopo Visani

Lascia un commento